Il "Teatro del Maggio Musicale Fiorentino" è il centro propulsore di una delle più antiche rassegne culturali italiane dedicate alla musica.
Si tratta in realtà di una fondazione e non di un luogo fisico individuabile, anche perché tutte le attività del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino si svolgono presso il Teatro Comunale. Qui, trovano ospitalità duemila spettatori in platea, galleria e nell’anfiteatro.
Poco distante, il Piccolo Teatro, di 600 posti a sedere.
Travagliata la storia del Teatro Comunale, distrutto dall’alluvione che colpì Firenze nel 1966 e ancor prima dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale.
Qui, il Maggio musicale Fiorentino si è imposto nel corso degli anni, diventando il principale appuntamento europeo.
Ideatore del Maggio Musicale fiorentino fu Vittorio Gui. Tra i nomi che hanno preso parte all’evento nel corso degli anni basta citare von Karajan e Muti, Maria Callas, Pietro Mascagni e Richard Strauss, Igor Stravinskij. A curare le scenografie si sono alternati nomi del calibro di Luchino Visconti e Franco Zeffirelli, Giorgio De Chirico.
Dal 1937 la manifestazione, prima con cadenza triennale, è divenuta un appuntamento annuale.
Le complesse vicende che ruotano attorno alla costruzione dell'attuale Teatro comunale del Maggio musicale fiorentino affondano le proprie origini nella seconda metà dell'Ottocento, mentre si pongono le premesse per una radicale trasformazione del volto urbano della città conseguente al trasferimento della capitale d'Italia a Firenze.
Fin dal 1861 si costituì la "Società anonima del regio politeama Vittorio Emanuele II" allo scopo di costruire un grande anfiteatro nell'allora corso Vittorio Emanuele. Nello stesso anno vennero iniziati i lavori di costruzione su progetto dell'ing. Telemaco Buonaiuti, già autore di altri due spazi teatrali, il Politeama di Barbano (1852) e il teatro Pagliano (1854).
Anticamente consisteva di una sola platea all'aperto (detta Arena Fiorentina) in una zona a ridosso delle antiche mura cittadine, ma all'esterno. Fu coperta su progetto dell'architetto Telemaco Bonaiuti nel periodo di Firenze capitale (1865-1871) e prese allora il nome di Politeama fiorentino. Il 17 maggio 1862 il nuovo edificio venne inaugurato alla presenza di circa 7000 persone.
Appena un anno dopo la sua inaugurazione il nuovo Politeama, durante una festa da ballo, fu colpito da un tremendo incendio che distrusse il palcoscenico e provocò gravi danni sia alle strutture che alle persone. Riparati i danni, a partire dal 1864 il teatro riprese una intensa programmazione incentrata, per la musica, su autori quali Verdi e Meyerbeer, Gomez e Donizetti, Cimarosa e Haley e per il dramma su alcune delle più importanti compagnie drammatiche della seconda metà dell'800, quali quelle di Rossi, Emanuel, Salvini e Pezzana.
Aveva all'epoca una facciata in stile neoclassico. Il teatro venne distrutto da un incendio a un anno dall'inaugurazione e prontamente ricostruito. Negli anni successivi l'arena fu sottoposta a vari interventi di rinnovamento e adeguamento e nel 1881 venne ricondotta alla configurazione di teatro coperto per opera dell'architetto Galanti.
Nel 1882, su progetto dell'ingegner Guglielmo Galanti, si realizzò la copertura dell'arena con una struttura metallica, e l'attività teatrale continuò molto intensa: solo nel 1896 vennero programmate 70 recite con opere quali Cavalleria rusticana, Zanetto, Pagliacci, La traviata, Il trovatore, I pescatori di perle, e due balli, Excelsior e Pietro Micca.
Nel frattempo il Politeama passò in proprietà a una accademia per poi essere acquistato, nell'agosto del 1910, dalla Società Anonima Teatrale (privata) che apporta ulteriori miglioramenti alla struttura. Da questo momento l'attività del teatro vide alternarsi stagioni più o meno fortunate con la sola sospensione degli spettacoli tra il 1917 e il 1918 quando la vasta sala fu requisita dal Ministero della guerra per essere destinata a magazzino del vestiario militare.
Particolarmente intenso è stato il decennio postbellico nel quale la programmazione di numerose opere liriche, del repertorio tradizionale e contemporaneo, ha portato a ricchi allestimenti scenici e alla presenza dei più affermati cantanti. Da segnalare, infine, che questo periodo di ripresa dell'attività del teatro si è conclusa con la formazione della "Stabile Orchestrale Fiorentina" che, fondata e costruita dal maestro Vittorio Gui, ha tenuto il suo primo concerto nel dicembre del 1928. In quell'occasione si verificò una svolta decisiva che porta il Politeama a divenire il maggiore teatro per gli spettacoli lirici e musicali della città, tanto da entrare a far parte del patrimonio pubblico. Nel 1929 divenne infatti di proprietà dell'amministrazione comunale che lo acquistò per una spesa di lire 3.640.000. Contemporaneamente ne fu cambiato il nome in Teatro comunale Vittorio Emanuele II.
Il comune avviò subito i primi lavori di adeguamento che consisterono principalmente nel consolidamento della copertura e nella sistemazione delle sale per il pubblico e dei camerini per gli artisti.
Nel 1932 furono apportate modifiche alla struttura del palcoscenico e costruito un fabbricato con fronte in via Solferino per i servizi annessi; inoltre si realizzarono due nuovi scaloni di accesso alle gradinate in sostituzione dell'unico fino ad allora esistente. Infine furono rinnovati gli impianti di riscaldamento e ventilazione.
Ma fu nel 1933, anno in cui viene istituito il Maggio musicale fiorentino, che si decise di sottoporre il teatro a un restauro radicale. Il progetto è redatto dall'ing. Alessandro Giuntoli, capo dell'Ufficio edilizia del comune che ne dirige anche i lavori, con la sorveglianza del marchese Migliore Torrigiani, presidente della commissione lavori. La parte del progetto architettonico esecutivo fu invece affidata all'arch. Aurelio Cetica e la parte scultorea è curata da Mario Moschi e Bruno Innocenti. Il primo realizzò le figure decorative esterne e interne ai vestiboli, mentre al secondo si occupò delle sette figure ad altorilievo sull'arco del boccascena. Infine Dino Tofani eseguì le decorazioni della lanterna del soffitto con la collaborazione di Donatello Bianchini.
La vita del nuovo organismo architettonico durò poco più di dieci anni. Il 1 maggio 1944 il Teatro venne infatti gravemente danneggiato dai bombardamenti aerei che cercavano di colpire i vicini depositi delle ferrovie.
La parte del palcoscenico, comprese le relative attrezzature, fu completamente devastata dalle fiamme ma grazie alla cortina tagliafuoco del boccascena l'incendio causato dalle bombe fu circoscritto, evitando il suo propagarsi al resto dell'edificio che rimase praticamente intatto. La nuova amministrazione comunale intervenne immediatamente per affrontare il problema della ricostruzione e in poco più di un anno il teatro fu riaperto al pubblico.
L'intensa attività del Comunale si protrasse tranquillamente fino al 1957 quando la commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo ordinò la sospensione di ogni manifestazione dalla fine del Maggio musicale dello stesso anno.
La necessità di lavori di consolidamento, già emersa in seguito a un sopralluogo effettuato dalla stessa commissione, era stata confermata anche da una relazione della sottocommissione tecnica presieduta dall'ingegnere capo del Genio civile nella quale si affermava che la struttura portante delle gradinate e del loggione non era più adatta a garantire l'incolumità del pubblico, senza interventi di restauro. Si imponevano pertanto notevoli opere di demolizione e ricostruzione. Inoltre, le gradinate e il loggione stessi costruiti nel 1882 con criteri ormai superati, non rispondevano più alle attuali esigenze tanto che fin dal 1955 la commissione amministratrice dell'Ente chiede all'ing. Alessandro Giuntoli di studiare un progetto d'ammodernamento della sala degli spettacoli.
Con deliberazione del 25 settembre 1957 venne affidato l'incarico di elaborare il progetto esecutivo al Giuntoli che si avvalse della collaborazione dell'architetto Corinna Bartolini. I lavori, iniziati nel 1958, durarono circa tre anni.
Si trattò di una radicale ricostruzione della sala e degli annessi per il pubblico non prevista dal progetto ma dimostratasi indispensabile in corso d'opera poiché vennero riscontrate imperfezioni costruttive nelle strutture del 1882 e cedimenti statici causati dal bombardamento aereo del 1944.
Fu di nuovo gravemente danneggiato dall'Alluvione di Firenze, prima di venire ricostruito nelle forme attuali nel 1966 su disegno sempre di Alessandro Giuntoli: una vasta platea e due grandi gallerie semicircolari di palchetti, per un totale di 2.003 posti a sedere.
Infine, nei primi anni '80, si sono eseguiti altri lavori di adeguamento e rinnovamento agli impianti tecnici, al palcoscenico, ai sistemi di sicurezza e all'arredo interno. In questa occasione (1983-1984) lo spazio del Ridotto è stato interessato da lavori di trasformazione radicale su progetto dell'architetto Aldo Vezzali.
Negli anni 2000 è stata più volte indetta un'asta pubblica per vendere il teatro Comunale (in cui potrebbero essere realizzati appartamenti di lusso), in modo da finanziare il nuovo principale grande teatro della città, il parco della musica e della cultura; infatti il comune di Firenze da parte sua dovrebbe finanziare la nuova struttura con 42,2 milioni di euro (gli altri soldi saranno finanziati da Stato e Regione Toscana), cifra che ci si aspetta di ottenere dalla vendita proprio del teatro comunale, anche se a tutt'oggi (marzo 2010) nessuna asta pubblica è ancora andata a buon fine[1].
FONTI: AGENDAONLINE.IT , WIKIPEDIA
IgorStravinskij
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